28 Febbraio 2018
I lavoratori che il prossimo 4 marzo saranno chiamati a svolgere funzioni elettorali presso i seggi avranno diritto ad assentarsi dal lavoro, pur mantenendo la retribuzione, che dovrà essere normalmente versata dal datore di lavoro.
Infatti ai sensi della normativa vigente (art. 119 DPR 361/57), richiamata anche dai contratti collettivi stipulati nell’ambito della sanità privata, il lavoratore che svolga funzioni presso gli uffici elettorali in qualità di presidente, segretario, rappresentante di lista o di gruppo in occasione di qualsiasi tipo di consultazione (anche referendaria) ha diritto ad assentarsi dal lavoro per tutto il periodo corrispondente alla durata delle relative operazioni e i giorni di assenza dal lavoro sono considerati, a tutti gli effetti, giorni di attività lavorativa.
Inoltre, nel caso in cui il dipendente svolga tale attività in giorni festivi (come domenica 4 marzo) avrà diritto ad un riposo compensativo e alla retribuzione maggiorata, analogamente alla situazione in cui lo stesso svolga attività lavorativa durante il riposo settimanale.
Nel caso in cui l’attività di scrutinio superi la mezzanotte (eventualità quasi certa per i seggi di Lazio e Lombardia, dove si vota anche per le regionali), il lavoratore dovrà assentarsi dal lavoro, mantenendo la retribuzione, anche per la giornata di lunedì 5 marzo, non potendosi contare le frazioni di giornata lavorativa.
Non sono invece previsti permessi per recarsi a votare.