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Nuovi interpelli del Ministero del Lavoro in materia di permessi ex art.33 della legge 104/92

29 Luglio 2011

Il Ministero del Lavoro con due recenti interpelli, nn. 21 e 24 del 17 giugno 2011, ha fornito alcuni chiarimenti in materia di utilizzazione del permessi c.d. “104”.
In particolare l’interpello n. 21 affronta la questione (particolarmente attuale in questo periodo) dell’eventuale riproporzionamento dei permessi nell’ipotesi in cui il dipendente, nel medesimo mese, usufruisca di un periodo di ferie.

Il Ministero, in primo luogo, rammenta che le ferie hanno lo scopo di consentire un recupero delle energie psicofisiche nonché la realizzazione di <<esigenze anche ricreative personali e familiari>>, diversamente dai benefici riconosciuti dall’art. 33 della legge 104/92, che, come anche la Corte Costituzionale fin dal 1996 (cfr sentenza n. 325/96) ha avuto modo di evidenziare, hanno la finalità di supportare moralmente e materialmente il disabile, contribuendo a far superare i molteplici ostacoli che egli incontra quotidianamente nelle attività sociali e lavorative e nell’esercizio di diritti costituzionalmente protetti.
In ogni caso, prosegue il Ministero, considerato che lo scopo della legge “104,” così come modificata di recente dall’art. 24 della legge  n.183/2010 (c.d. collegato Lavoro) è quello di garantire al disabile un’assistenza morale e materiale adeguata, appare evidente che le ferie ed i permessi in argomento costituiscono due istituti totalmente diversi e, pertanto, “non interscambiabili”.
Da tale assunto, l’interpello n. 21 conclude che la fruizione delle ferie non possa incidere sul godimento dei congedi ex legge 104/92 e che, conseguentemente, non sia possibile operare un riproporzionamento degli stessi in base ai giorni di ferie fruiti nel medesimo mese.

L’interpello n. 24 affronta, invece, la diversa problematica del “referente unico per l’assistenza alla stessa persona in situazione di handicap grave”.
In proposito si rammenta che, in virtù delle modifiche apportate dal Collegato lavoro, il nuovo comma 3° dell’art. 33 della legge 104/92 ha espressamente chiarito che <<il predetto diritto [ovvero quello ai 3 giorni di permesso mensili n.d.r.] non può essere riconosciuto a più di un lavoratore dipendente per l’assistenza alla stessa persona con handicap in situazione di gravità>>.
Proprio in virtù della suindicata limitazione, l’INPS – con messaggio del 25 gennaio 2011 – aveva stabilito l’obbligo per gli uffici competenti di riesaminare le domande presentate da più soggetti per l’assistenza della medesima persona disabile, in quanto lo stesso Istituto, con circolare  n. 90 del 23 maggio 2007, aveva notevolmente allargato l’ambito dei soggetti beneficiari dei permessi in questione, eliminando in effetti la necessità della sussistenza dei requisiti dell’esclusività e continuità dell’assistenza.

Con l’interpello n. 24/2011 il Ministero del Lavoro ha confermato che la disposizione normativa nella sua nuova articolazione tende, invece, nuovamente a tipizzare il requisito dell’esclusività disponendo specificatamente che i permessi possono essere accordati ad un unico lavoratore per assistere la stessa persona.
A conferma di quanto sopra, l’interpello rammenta che il legislatore, quando ha voluto individuare fattispecie in deroga a tale regola, lo ha espressamente indicato; come l’art. 33, 3° comma, della legge 104/92, nella versione modificata dal Collegato Lavoro, il quale prevede che <<per l’assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravità, il diritto è riconosciuto ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente>>.

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