28 Settembre 2023
L’incremento dei contagi registratosi nelle ultime settimane sembra aver dato luogo ad un dietrofront del Governo rispetto alle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, secondo le quali il diritto allo smart working per i super fragili non sarebbe stato oggetto di un’ulteriore proroga, con conseguente cessazione il prossimo 30 settembre.
Con un cambio di rotta dell’ultimo minuto, l’Esecutivo sarebbe infatti intenzionato a prorogare le disposizioni che attribuiscono ai lavoratori pubblici e privati affetti da gravi patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, specificamente individuate dal decreto ministeriale del 4/02/2022, il diritto allo svolgimento della prestazione in modalità agile.
È quanto emerge da una bozza di decreto-legge giunta sul tavolo del Consiglio dei Ministri del 27 settembre scorso, in base alla quale la data del 30 settembre (che costituiva, ai sensi del comma 306 della legge 197/2022, il termine di scadenza del diritto allo smart-working per tali soggetti) sarà prorogata di ulteriori tre mesi, fino al 31 dicembre 2023.
I super fragili, quindi, potranno svolgere, anche in assenza di accordi individuali con il datore di lavoro, la propria attività da remoto fino a fine anno, analogamente a quanto previsto per gli altri soggetti indicati dalle vigenti disposizioni: i) genitori con figli under-14 (a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa e che non vi sia un genitore lavoratore) e ii) lavoratori (c.d. fragili) che, sulla base delle valutazioni dei medici competenti, sono più esposti a rischio di contagio dal virus SARS-CoV-2 (in ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o comunque da comorbilità che possano caratterizzare una situazione di maggiore rischio, accertata dal medico competente).
Se quanto previsto dalla bozza di decreto sarà confermato, quindi, almeno fino a fine anno lo smart-working continuerà a costituire principalmente uno strumento di gestione dell’emergenza, sperando che, nel prossimo futuro, la situazione sanitaria consentirà che lo stesso riacquisti la sua finalità originaria: migliorare le condizioni di efficienza e di conciliazione vita-lavoro.