area clienti

Le mansioni equivalenti alla luce del Jobs Act

4 Dicembre 2015

Con le recenti sentenze del Tribunale di Roma del 30 settembre 2015 e del Tribunale di Ravenna del 22 settembre 2015, i giudici di merito si sono espressi sulla nuova disciplina delle mansioni introdotta dal Jobs Act, formulando, in particolare, alcune osservazioni circa il campo d’applicazione “temporale” della novella legislativa.

A tal riguardo, già con news del 3 luglio 2015 si è avuto modo di precisare come l’art. 3 del d.lgs. 81/15 abbia radicalmente innovato la disciplina delle mansioni, prevedendo una maggiore flessibilità per il datore di lavoro e modificando (anzi eliminando) il concetto stesso di “mansioni equivalenti”.
Il Tribunale di Roma, mediante la sopra citata sentenza, ha confermato tale impostazione, evidenziando che, mentre il previgente testo dell’art. 2103 c.c. consentiva lo jus variandi del datore di lavoro solo a condizione che le nuove mansioni fossero “equivalenti alle ultime effettivamente svolte”, la norma introdotta dal Jobs Act permette l’assegnazione di “mansioni riconducibili allo stesso livello e categoria legale di inquadramento delle ultime effettivamente svolte”, cosicché il giudizio di equivalenza “deve essere condotto assumendo quale parametro non più il concreto contenuto delle mansioni svolte in precedenza dal dipendente, bensì solamente le astratte previsioni del sistema di classificazione adottato dal contratto collettivo applicabile al rapporto”.

Ne consegue che, secondo il medesimo Tribunale, dopo il 25 giugno 2015 (data di entrata in vigore del d.lgs. 81/2015), deve ritenersi legittima l’assegnazione del lavoratore a mansioni che appartengono allo stesso livello di inquadramento di quelle svolte in precedenza, non dovendosi più accertare la loro corrispondenza alle specifiche competenze del dipendente.
In buona sostanza, pertanto, come correttamente rilevato dal giudice capitolino, il legislatore ha voluto estendere anche al settore del privato “un regime analogo a quello previsto dall’art. 52 d. lgs. n. 165 del 2001 per il lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni”.
La disposizione, tuttavia, non disciplina espressamente il proprio campo d’applicazione “temporale”, non essendo prevista alcuna regolamentazione transitoria.
Proprio su tale argomento, pertanto, si sono espressi i Tribunali sopra menzionati, chiamati entrambi a giudicare ipotesi di asseriti demansionamenti iniziati prima del 25 giugno 2015 e proseguiti anche successivamente, giungendo tuttavia a conclusioni parzialmente difformi.

In realtà, nessuno dei suddetti giudicanti ha messo in dubbio la piena applicabilità del nuovo concetto di equivalenza anche ai lavoratori già in servizio alla data del 25 giugno 2015.
A tal proposito, anzi, è stato osservato che “sicuramente la descritta novella legislativa si applica anche ai rapporti di lavoro già in corso alla data della sua entrata in vigore”, cosicché non può farsi alcuna distinzione tra “vecchi assunti” e “nuovi assunti” (cfr. Trib. Roma cit.).
Le interpretazioni fornite, invece, differiscono sulla possibilità di considerare ormai “sanati”, per effetto del Jobs Act, i demansionamenti già in corso alla data del 25 giugno 2015.
In particolare, il Tribunale di Ravenna ha fornito a tale ultimo quesito una risposta nettamente negativa, ritenendo che la nuova normativa non si possa applicare a quelle fattispecie il cui “fatto generatore … (il demansionamento) si è prodotto nel vigore della legge precedente (…)” con la conseguenza che, in tale caso, il giudice adito può condannare il datore di lavoro sia al risarcimento del danno, sia alla reintegra nelle precedenti mansioni.
Di contro, il Tribunale di Roma ha evidenziato che il demansionamento del lavoratore costituisce una sorta di illecito “permanente”, nel senso che esso si attua e si rinnova ogni giorno in cui il dipendente viene mantenuto a svolgere mansioni inferiori rispetto a quelle che avrebbe diritto di svolgere, cosicché “la valutazione della liceità o meno della condotta posta in essere dal datore di lavoro nell’esercizio del suo potere di assegnare e variare (a certe condizioni) le mansioni che il dipendente è chiamato ad espletare va necessariamente compiuta con riferimento alla disciplina legislativa e contrattuale vigente giorno per giorno; con l’ulteriore conseguenza che l’assegnazione di determinate mansioni che deve essere considerata illegittima in un certo momento, può non esserlo più in un momento successivo”.

Tale ultima posizione appare assolutamente preferibile sotto il profilo sia giuridico, sia (quantomeno) pratico, in quanto appare evidente che, a prescindere da ogni altra considerazione, se così non fosse il datore di lavoro potrebbe limitarsi a revocare la precedente assegnazione e a rinnovarla dopo qualche giorno, così di fatto producendo il medesimo effetto “sanante” negato dal Tribunale di Ravenna.
Pur non potendosi considerare concluso il dibattito giurisprudenziale in corso, pertanto, appare preferibile ritenere, sulla base delle (condivisibili) osservazioni del Tribunale di Roma, che la nuova disciplina delle mansioni trovi applicazione anche alle assegnazioni attuate prima del 25 giugno u.s., cosicché è ben possibile che le stesse, ancorché eventualmente illegittime al momento della loro adozione, siano oggi da considerare rispettose delle vigenti disposizioni di legge.
In tal caso, il lavoratore può unicamente chiedere il risarcimento dell’eventuale danno per il periodo maturato prima del 25 giugno 2015, senza tuttavia poter più ottenere l’assegnazione alle precedenti mansioni.

Potrebbe interessarti anche
Gestione del rapporto di lavoro
Lavoratori a tempo parziale e assolvimento dell’obbligo di formazione
Il lavoratore è tenuto a svolgere la formazione obbligatoria anche se richiesta...
3 min
Gestione del rapporto di lavoro
Anche la Corte d’Appello conferma che occorre fare riferimento all’orario normale di lavoro per quantificare le assenze per i permessi ex lege 104
Con motivazioni pubblicate lo scorso 26 luglio, la Corte d’Appello di Roma (se...
3 min
Gestione del rapporto di lavoro
Le conseguenze della mancata fruizione delle ferie nei termini di legge
I dipendenti che non fruiscono delle ferie rischiano di perderle? La Corte di...
2 min
Gestione del rapporto di lavoro
Assegno di inclusione: cosa cambia con la legge di conversione del decreto Lavoro
La legge n. 85 del 3 luglio 2023 ha convertito il cd. decreto Lavoro (d.l. 48/20...
2 min
Gestione del rapporto di lavoro
Quasi allo scadere, il Decreto Lavoro è legge
È stata pubblicata nella serata di ieri la legge di conversione del c.d. Decret...
2 min