10 Giugno 2020
Riportiamo un articolo dell’avvocato Giovanni Costantino pubblicato sul numero di giugno di Aris Sanità.
Il periodo che stiamo vivendo presenta certamente molte criticità per le strutture, sia per quelle impegnate più direttamente nella gestione dell’emergenza COVID-19, sia per le realtà che hanno dovuto sospendere o ridurre la propria attività. Cionondimeno, è innegabile come questa situazione abbia aperto nuove strade e modalità di lavoro: il riferimento, in particolare, è allo smart-working (istituto introdotto con l. 81/2017) che aveva avuto uno scarso sviluppo a causa della generale diffidenza sia dei datori di lavoro che dei lavoratori, e che invece in questi mesi è stato largamente utilizzato ed apprezzato quale eccellente soluzione organizzativa alternativa alla presenza fisica dei dipendenti nei locali aziendali. Costretti ad ingegnarci per trovare le migliori piattaforme per le video-conferenze o per lo scambio di informazioni o di documenti, ci siamo resi conto che molte attività possono essere effettivamente svolte a distanza senza peggioramenti dell’efficienza e dell’efficacia. I confini dello smart-working, inoltre, con il passare delle settimane si sono ampliati. Se all’inizio, infatti, tale modalità era riservata per lo più al solo personale amministrativo, si è visto che anche alcune prestazioni sanitarie e sociali possono essere, con le dovute accortezze (anche in materia di privacy), fornite senza necessità di una presenza fisica nel medesimo luogo. Si è dato l’avvio, ad esempio, a servizi di telemedicina o di assistenza psicologica on line; nell’ambito socio-sanitario, inoltre, sono ormai molte le esperienze di teleriabilitazione attivate da singole Istituzioni o Regioni al fine di soddisfare le esigenze dell’utenza senza esporre i pazienti al rischio di contagio. L’emergenza, pertanto, è stata l’occasione per implementare e sviluppare i sistemi studiati e sperimentati in passato mediante “progetti pilota”, e certamente ciò modificherà le modalità di svolgimento delle prestazioni sanitarie per i prossimi anni. Occorre, però, essere prudenti e realisti: la partecipazione a distanza può talvolta sostituire la presenza fisica (e ciò, in alcuni casi, ha addirittura un effetto positivo), ma non è la stessa cosa! Ciò è evidente sul piano sanitario, ma anche su quello aziendale. Se è vero, infatti, che lo smart-working costituisce una importante misura di conciliazione vita-lavoro (lo si è visto in questi mesi di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado), e consente peraltro una riduzione dei costi che il lavoratore deve sostenere per recarsi sul luogo del lavoro, è altrettanto innegabile che il contatto diretto tra colleghi ha un valore assoluto, consentendo sia la socializzazione, sia lo sviluppo di nuove idee essenziali per la crescita delle strutture, laddove – per contro – la distanza rende più difficile e faticosa la comunicazione e, quindi, favorisce l’individualismo. Finita la fase più acuta dell’emergenza, pertanto, potrebbe essere opportuno evitare linee di condotta estreme, ma attestarsi su una posizione mediana, possibilmente alternando periodi di lavoro “a distanza” con altri in presenza fisica. Ciò comporterà, naturalmente, una modifica degli attuali modelli di lavoro, che dovranno essere strutturati sempre più mediante l’affidamento di specifici obiettivi individuali. Sarà comunque assolutamente necessario che tutti i lavoratori affrontino questa nuova organizzazione con il massimo senso di responsabilità: è chiaro che la possibilità di continuare a svolgere la prestazione con modalità di lavoro agile dipenderà non solo dall’attuazione di idonee soluzioni organizzative, ma anche (e soprattutto) dalla creazione di una cultura del lavoro positiva, che veda il valore di una giornata lavorativa non solo nel rispetto dell’orario di lavoro, ma principalmente nell’impegno profuso, nelle iniziative assunte e (se possibile) nel risultato realizzato. Per la prosecuzione del percorso avviato, i cui benefici sono evidenti a tutti, sarà quindi necessario un impegno di tutti per l’instaurazione di un clima di fiducia reciproca.
Download La scoperta dello smart-working