17 Maggio 2013
Sul Sole24Ore del 6 maggio u.s. è stato pubblicato un articolo a cura di Francesca Barbieri (Produttività, rush finale sui contratti), secondo cui la detassazione di cui al DPCM 22 gennaio 2013 sarebbe applicabile “solo dai datori di lavoro che svolgono un’attività economica, restando così esclusi quei soggetti che operano senza finalità di lucro, come gli enti morali, le Onlus e così via”.
Tale affermazione, tuttavia, espressa in termini così generici, appare del tutto errata e merita, pertanto, alcune importanti precisazioni.
Il Ministero del Lavoro – con risposta ad interpello n. 14 del 7 giugno 2012 – ha esaminato la possibilità di applicare l’agevolazione fiscale in questione in favore dei dipendenti di due specifiche realtà e, cioè, dei partiti politici e delle associazione per la protezione degli animali.
In tale ambito, il Dicastero competente ha precisato che l’istituto della detassazione trova applicazione solamente nelle realtà “che svolgono un’attività economica”, intendendosi per tale “ogni attività di produzione, di commercializzazione, o di prestazione di servizi, comprese le attività estrattive, nonché quelle di professione libera o assimilate”.
Orbene, appare evidente come le strutture sanitarie e socio-sanitarie – ancorché gestite da Enti Morali o da Onlus – prestino un servizio alla collettività, peraltro svolgendo la propria attività in maniera economica, tentando, cioè, di “coprire” i costi con i ricavi.
D’altronde, la finalità dell’istituto della detassazione è quella di creare un aumento della produttività generale e, quindi, del Prodotto Interno Lordo (PIL), al cui valore partecipano anche le prestazioni rese dalle strutture socio-sanitarie.
Basti, a tal proposito, rilevare che – secondo i dati Istat 2012 – il c.d. “Terzo settore” produce un valor di entrate stimato di 67 miliardi di euro, pari al 4,3% del Pil (cfr. Unicredit Foundation, Ricerca sul valore economico del Terzo Settore in Italia, 2012).
Peraltro, si rammenta che lo stesso Ministero dell’Economia – mediante risposta ad interrogazione parlamentare del 2 agosto 2011 – ha confermato la possibilità di applicare la detassazione “con particolare riferimento alle strutture sanitarie che applicano i contratti collettivi nazionali per le case di cura private”.
Alla luce di quanto sopra, non sussistono elementi per dubitare che le strutture sanitarie e socio-sanitarie no-profit possano stipulare, anche per il 2013, appositi accordi per la detassazione, utilizzando a tal fine gli schemi contrattuali predisposti dalle organizzazioni di categoria (cfr. Aris, accordi del 13 maggio 2013, già pubblicati su questo sito internet).